21/04/15

S. La nave di Teseo di V. M. Straka || J. J. Abrams - Doug Dorst


Un libro, due lettori, un mondo di pericolo e desiderio... Una giovane bibliotecaria trova per caso un libro lasciato fuori posto da uno sconosciuto: un lettore intrigato, rapito dalla storia e dal suo misterioso autore, come rivelano le note che ha appuntato a margine. Lei gli risponderà con note di suo pugno, dando inizio a un singolare dialogo che li condurrà insieme in un mondo sconosciuto. Il libro: La nave di Teseo, l'ultimo, discusso romanzo di V.M. Straka - autore prolifico quanto enigmatico - nel quale un uomo senza passato viene rapito e imbarcato a forza su una strana nave dal terrificante equipaggio e lanciato verso i pericoli di una missione ignota. L'autore: Straka, oscuro e discusso protagonista di uno dei più grandi misteri del mondo; rivoluzionario di cui nulla si conosce se non le parole che ha scritto e le teorie elaborate sul suo conto. I lettori: Eric e Jennifer, un ricercatore e una studentessa indietro con gli esami, entrambi chiamati a scelte cruciali per capire chi sono e che cosa vogliono diventare, e quanto saranno in grado di mettere le proprie passioni, ferite, paure l'uno nelle mani dell'altro. "S." ideato, concepito, realizzato dal regista J.J. Abrams e scritto dal romanziere Doug Dorst, è il diario di due persone che si incontrano tra i margini di un libro per ritrovarsi invischiate in una lotta mortale tra forze sconosciute: un viaggio nell'universo della parola scritta che risucchierà i suoi lettori in una rischiosa spirale...


Eccomi di nuovo qua a scrivere di un libro e stavolta diamine che libro.
L'ho amato, davvero.
Sarà che io adoro i libri vecchi, consumati, quei libri che raccontano altre storie oltre quelle già impresse con l'inchiostro. Quei libri che ti sussurrano e ti accarezzano con la passione, quei libri che non appena inizi a sfogliarli con le loro pagine ingiallite, alcune sul punto di staccarsi, avverti quasi un formicolio sulle dita quasi a percepire tutte le volte che è stato sfogliato, tutte le volte che è stato letto di notte sotto le coperte, tutte le volte che è stato messo in borsa per poterne assaggiare anche solo una frase ogni tanto, tutte le volte che è stato lasciato sul comodino anche dopo averlo finito perché faceva stare bene solo a guardarlo.
Ecco, quando tra le mani mi ritrovo un libro del genere lo considero un regalo: era così importante per qualcuno e adesso è arrivato a me.
Adesso lo so che in questo particolare caso è finzione.
So di averlo comprato in un libreria come nuovo... ma quando l'ho aperto e ho sentito la copertina ruvida e l'odore di libri vecchi, quando ho visto le note "scritte a mano" di sconosciuti su quelle pagine ingiallite, quando sfogliandolo spuntavano cartoline, vecchie fotografie, articoli di giornale, tovaglioli...beh, io mi sono emozionata.
Prima di scrivere di un libro di solito mi leggo qualche altra recensione per capire che cosa ne pensano altri e su S. si,fatica riscrivere tutto il titolo sono rimasta sconcertata dallo scoprire che molte persone ne hanno apprezzato solamente l'aspetto estetico e queste sono le poche che sono riuscite a finirlo. 
Seguire la trama del libro e le note a margine può essere disorientante e confusionario all'inizio, ma è solo una questione di metodo. Trovo che chiunque si approcci a questo libro debba trovare il proprio metodo: leggere tutto il libro e poi leggere le note, leggere il libro e appena c'è una nota collegata leggerla, leggere una pagina del libro e poi leggere le note sulla stessa io ho fatto così u_u  , perché una volta che hai ingranato ti prende.
Ti prende la storia di S, il protagonista del libro, ti prende la storia di Jen e Eric, protagonisti di questa bizzarra e romantica corrispondenza, ti prende la storia di V.M. Straka, misterioso autore del libro.
Coinvolgente, misterioso, romantico in più di un senso, nostalgico, bizzarro, affascinante.

Prima di chiudere vi lascio la spiegazione del titolo del libro, si perchè non c'è nessun personaggio che si chiama Teseo nel libro ed ero completamente all'oscuro del fatto che esistesse un paradosso della nave di Teseo, ma una volta scoperto ha perfettamente senso averlo intitolato così.

il paradosso della nave di Teseo esprime la questione metafisica dell’effettiva persistenza dell’identità originaria, per un’entità le cui parti cambiano nel tempo; in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili). Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria. Ragionando su tale situazione (la nave è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo), la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l’entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto? Tale questione si può facilmente applicare a innumerevoli altri casi; per esempio alla scrupolosa conservazione di alcuni antichi templi giapponesi (anch’essi principalmente in legno, come la nave di Teseo), per i quali ci si può domandare se siano ancora templi originali. Si può anche rivolgere il paradosso riguardo all’identità della nostra stessa persona, che nel corso degli anni cambia ampiamente, sia nella sostanza che la compone sia nella sua forma, ma nonostante ciò sembra rimanere quella stessa persona.

- Wikipedia



Buona lettura! ^^













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03/03/15

La strada || Cormac McCarthy

Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...


Ci sono dei libri che ti lasciano la netta sensazione di aver guardato un film Si, 
di questo libro esiste il film ma non l'ho mai visto e questo è uno di questi.
Un film in bianco e nero, dove solo nei flashback ci sono accenni di colore.
 Il cielo da grigio passa al celeste così nostalgico, un celeste sbiadito però perchè chi se lo ricorda più di che colore era...Quel caldo tepore sulla pelle che in questo viaggio infinito verso la sopravvivenza è solo un ricordo lontano.
Un padre, un figlio, un carrello della spesa e una strada infinita. Nel libro non vengono mai menzionati i loro nomi come a testimoniare che la catastrofe gli ha portato via tutto, persino quelli.
Un romanzo inno alla forza di volontà, alla sopravvivenza, al coraggio, all'essere genitori.
L'amore per il figlio e la pura ingenuità di quest'ultimo spingono l'uomo a fare di tutto per preservarlo così, a fingere che ci sia speranza anche nei momenti più bui, a mostrarsi coraggioso e sicuro di sé quando in realtà vorrebbe solo lasciarsi andare.

“… ma ancora una volta si ripeté quello che già si era detto in precedenza. Che la fortuna poteva anche non essere tale. Erano poche le notti in cui, sdraiato nel buio, non provava invidia per i morti.” 

Un libro che ti coinvolge, ti angoscia, a volte ti terrorizza e ti fa pensare. Da leggere assolutamente per riflettere su cosa è capace di fare l'uomo, fino a che punto si è disposti a spingersi per amore e per continuare ad affermare la propria identità.

Buona lettura!^^
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02/03/15

Il seggio vacante || J.K. Rowling

A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un’idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un’antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti e la lotta per il suo posto all’interno dell’amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l’unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo. 

Qualche Natale fa mi è stato regalato questo libro, me felicissima, ovviamente, promisi di leggerlo subito...E invece è rimasto sulla mia libreria in attesa per molto tempo. Poi il mese scorso passandoci davanti Cavoli, ancora non l'ho letto! e ho recuperato il più in fretta possibile questa mia mancanza.
Bello. Intelligente. Affascinante. Commovente. Un mix perfetto tra humour nero e commedia morale.
Ti lasci trascinare in questa cittadina inglese e un passo alla volta ti sembra di esserne diventato un abitante, uno di quelli che non si fa notare ma che sa tutto di tutti. Una specie di vecchietta appassionata di gialli e gossip. Immagine inquietante, lo so. In questo diramarsi di vicoli, ville, fiumi, pettegolezzi, vite complicate, l'autrice è riuscita a farti sentire la mancanza di un personaggio che tu, come lettore, a malapena hai conosciuto: Barry Fairbrother. 
Gli amici, i nemici e i conoscenti sono tutti destabilizzati dalla sua improvvisa morte che ha lasciato un seggio vacante, si nel consiglio di Pagford, ma, cosa più importante, nelle loro vite. 
Una persona speciale che nel bene o nel male si era fatta strada in ognuno di loro creando quel meccanismo di perfetto equilibrio in cui potevi vedere le crepe, ombre di scuri rampicanti, sulle abitazioni dei concittadini ma restavano lì ferme e fiere, pronte a lottare i problemi della vita: relazioni tra genitori e figli, ansie, segreti inconfessabili, amori proibiti, crimini, preoccupazioni, incapacità di affermarsi, sopravvivenza.
E quando Barry se ne va, tutte le certezze iniziano a sgretolarsi, le ombre ingoiano la cittadina di Pagford, senza speranza di redimersi. 
E' come osservare le loro vite da lontano Come le vecchiette dalle finestre appunto e vederli fare tutte le scelte sbagliate. 
E' un intrecciare e per poi successivamente districare le vite di questi personaggi, descritti e caratterizzati in maniera così vivida. E' una storia che vuole e riesce ad essere profonda e tagliente.

Buona lettura!


Ps: Se vi interessa la BBC ha prodotto una mini serie tratta da questo romanzo.The Casual Vacancy







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16/01/15

Non succede quasi mai.....

Cosa succede quando hai in testa una storia, te ne innamori, continui a rimuginarci su, ti inventi personaggi che poi diventano così vividi da sembrare reali?
Succede che decidi di scriverla.
E cosa succede quando mentre la scrivi ti rendi conto di non averle reso giustizia, di averla scritta in momenti in cui non eri particolarmente ispirata e vorresti quasi accartocciarla, peccato sia su uno schermo, per ricominciarla da zero?
Succede che apri un nuovo file e ci riprovi.
E ti riprometti che stavolta la scriverai solo quando ti sentirai di farlo, solo quando avrai quella sensazione di formicolio sui polpastrelli e quella esplosione di immagini e sensazioni che DEVI scrivere, devi, altrimenti ci diventi matta.


Quindi stavolta seria.
Respiri profondi
Via.
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...


Vuoto.

Ecco lo sapevo, Maledizione

14/12/14

Peter Pan e la sfida al pirata rosso || Geraldine McCaughrean


Tutti i bambini crescono (meno uno, si sa). Crescono Wendy e i suoi fratelli, crescono i Bimbi Smarriti dell'Isolachenoncè, e finiscono per diventare londinesi con vite più o meno normali. Ma da un po' di tempo li ha colpiti un'epidemia di sogni indesiderati, da cui si risvegliano trovando sul cuscino spade, sveglie, copricapo indiani, foglie, sassolini e faretre piene di frecce (per non parlare del coccodrillo che compare dopo un pisolino collettivo!). Una fuga di sogni può essere solo una richiesta d'aiuto di Peter Pan: bisogna al più presto tornare bambini, cospargersi di polvere di fata e tornare da lui. Al loro arrivo Wendy e suoi troveranno Peter il Ragazzo Meraviglioso che sta morendo di... noia, ed è pronto a mettersi alla ricerca del tesoro di Capitan Uncino. Eppure l'Isolachenoncè non è quella di sempre: non è più verde come l'estate, ma rossa come l'autunno, e tutte le radure sono svanite nel nulla come buchi nel mare...


Ci voleva.
Ci voleva proprio.
Adesso ho milioni di idee che mi ronzano in testa. Ma di quelle che solo i bambini possono avere, quelle che da adulto scarteresti a priori semplicemente perché impossibili. La mia immaginazione é stata cullata, sussurrata e svegliata....da Peter Pan.
Mi ha sempre fatto questo effetto in realtà. So che é una figura alquanto criticata ma, cavoli, Peter pan é avventura!
É correre scalzi sulla riva di un fiume, è farsi rotolare giù da una collina, è un'altalena che va talmente in alto che neanche la senti più tua madre che dice di rallentare.
Ho letto in giro che questo seguito non é degno dell'originale, che poi se ci pensi bene neanche l'originale é chissà cosa...sai che c'è? Non mi importa.
Questo libro segue, per me, le linee guida dell'originale.
Peter pan continua ad essere un  bambino di grande ispirazione ed ammirazione combattuto tra l'avventura e la solitudine, e con un senso del pericoloso e del giusto un po' distorto, un po'oltre, ma in fondo é proprio quello che lo rende Peter. E l'antagonista é sempre un signor antagonista, di quelli che alla fine ti ritrovi a dispiacerti se dovesse perdere.
L'Isolachenonc'è sempre così meravigliosa, piena dei sogni di tutti i bambini e di  fate malefiche al punto giusto. É un libro pieno di "storia" di questo posto, di nuovi luoghi, di nuove creature.
È lasciare simbolicamente la finestra aperta ai sogni, all'avventura, al mai dire mai.
Buona lettura!


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20/11/14

Memorie di una ragazza perbene || Simone de Beauvoir

 Infanzia e adolescenza costituiscono la trama quasi romanzesca di Memorie d'una ragazza perbene, prima parte dell'autobiografia di Simone de Beauvoir. Le tappe obbligate d'una educazione sentimentale, l'inevitabile scontro con la famiglia e l'ambiente sociale dell'alta borghesia francese conservatrice e bigotta, i meschini pregiudizi d'un mondo in declino insieme con i primi dubbi, i contrasti sentimentali, le tensioni, accompagnano il lungo viaggio verso la conquista di sé, fino agli anni dell'università e l'incontro con alcune tra le piú note figure della cultura francese, da Simone Weil a Raymond Aron, da Merleau-Ponty a Roger Vailland e Jean-Paul Sartre.

Scoprire questo libro un po' per caso, innamorarsi del suono del titolo, essere completamente ignara di chi sia l'autrice di questa autobiografia, forse sono queste le ragioni che mi hanno affascinata e spinta a proseguire questa lettura anche quando sembrava un immenso "IO, IO, IO". 
Il modo in cui è scritto, si, anche questo ha aiutato. Una scrittura del genere ti ammalia, ti racconta, ti sussurra con voce suadente, seria e sfacciata, ti accompagna in questa vita così lontana dalle nostre. Una vita in cui le donne SE volevano affermarsi dovevano battersi con le unghie e con i denti, andando contro i preconcetti e le tradizioni di una cultura che stava troppo stretta per le idee e la determinazione di Simone.
E' stato un lungo processo cercare di apprezzare questo libro, fino al punto di essermi aggrappata al bagliore di una storia d'amore nascosta tra le righe e i mille dubbi della protagonista. Ma più proseguivo, più lei prendeva consapevolezza di sé, più io capivo e amavo il messaggio del libro.
Una ragazza/donna unica, strampalata, avida di sapere, confusa, cinica, innamorata, gelosa, sorella, amica, confidente che ha saputo costruirsi la sua strada, la sua proprio, nessun'altra prima di lei l'aveva percorsa. E' proprio questo il bello: la vedi cercarsi un percorso adatto a lei tra quelli già esistenti, ti disperi, piangi, ti ribelli e infine prendi consapevolezza con Simone che l'unica cosa da fare è partire da zero e costruirsi una strada nuova, fatta di scelte, gioie, soddisfazioni e novità. Una strada che poi altre ragazze troveranno e penseranno che sia quella giusta per loro, per la grandezza delle proprie ambizioni e dei propri sogni.
Una gran bella dose di coraggio e determinazione.

Buona lettura!
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20/10/14

I love shopping a Hollywood || Sophie Kinsella

Becky è tornata! Becky Bloomwood non sta più nella pelle, si è appena trasferita con la piccola Minnie nientemeno che a Hollywood, per stare al fianco del marito Luke che ha una nuova importante cliente, Sage Seymour, l'attrice del momento, di cui lui curerà carriera e immagine. Per Becky è un sogno che si trasforma in realtà, ed è più che comprensibile che sia molto gasata: è convinta infatti che d'ora in poi potrà dare una svolta decisiva al suo lavoro di personal shopper per diventare invece la personal stylist di Sage… e perché no, la stilista più acclamata e ricercata da tutte le star… E poi ci sono così tante cose da fare e da vedere! Per fortuna arriva a darle una mano Suze, la sua fedele amica di sempre, che decide di raggiungerla con il marito. Tra location alla moda, red carpet, centri di meditazione e yoga per multimilionari e set cinematografici, Becky non vuole perdersi niente, d'altra parte non esiste solo lo shopping, ma spinta da troppo entusiasmo finisce per complicarsi la vita alleandosi con la grande rivale di Sage. Luke non lo sa, naturalmente, e Hollywood non perdona. Ben presto Becky scopre che le cose non sono affatto come sembrano. Riuscirà ancora una volta a tirarsi fuori dai guai grossi nei quali si è cacciata?

Okay. Niente panico. Niente panico.
Ebbene si, qualsiasi cosa riguardante I love shopping si commenta così, perchè non c'è nulla di più vero.
Quando, essendone completamente all'oscuro, passeggiando in libreria mi sono ritrovata davanti questo titolo ho guardato il mio ragazzo col terrore negli occhi Oh no!
Se avete letto i capitoli precedenti sapete benissimo a cosa mi riferisco, per chi non li ha letti non so davvero se consigliarli XD...no, ovviamente la risposta è recuperateli assolutamente, perchè a differenza di quando si possa pensare, per quanto mi riguarda sono dei piccoli capolavori e c'è da ammirare l'abilità dell'autrice. Le pagine scorrono veloci e le trame sono ben costruite e mai banali. Il panico a cui mi riferisco è dovuto a quello che la protagonista combina, non la descriverei stupida ma, ecco, tra l'ingenua e la pazza. Più di una volta nel corso della lettura mi sono scappati gridolini di paura, risate genuine e gli immancabili More, ti posso leggere un pezzettino? (3 pagine...).
Quindi cosa posso dire di questo capitolo? 
Secondo me è uno dei capitoli più belli e adoro l'intesa tra Becky e suo marito Luke; è quell'intesa che un po' tutte noi ragazze "pazze" vorremmo avere col nostro lui (me fortunata!), quel qualcuno che ci capisce, ci apprezza e ci ama così come siamo, con le nostre stravaganze, le nostre ingenuità e i nostri difetti stramboidi. Il finale mi ha lasciata letteralmente spaesata e ....NO SPOILER!!
Godetevelo che ne vale davvero la pena, non è un libro così superficiale come si pensa.

Buona lettura!

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